Teatro

IL FESTIVAL DEL CENTENARIO ALL'ARENA DI VERONA

IL FESTIVAL DEL CENTENARIO ALL'ARENA DI VERONA

Cent'anni all'Arena: era il 1913 quando il tenore Giovanni Zenatello, per celebrare il primo centenario della nascita di Giuseppe Verdi, aveva l'intuizione di rappresentarvi l'Aida. Quindi avanti, tranne due pause per le due guerre mondiali per novanta edizioni. Fino all'anno prossimo e al Festival del centenario, che ha proprio al centro Verdi e una doppia Aida.
Infatti alla Fura dels Baus è stata commissionata una nuova versione (certamente futuribile, conoscendo i catalani) dell'opera che inaugura il Festival 2013 (il 14 giugno, in anticipo rispetto al solito, per 11 recite fino al 3 agosto lasciando poi il palco all'Aida – rievocazione del 1913) con la direzione di Omer Meir Wellber, mentre a Daniel Oren tocca la seconda. Nella nuova produzione cantano Hui He e Maria Josè Siri (Aida), Fabio Sartori, Jorge De Leon e Carlo Ventre (Radames), Giovanna Casolla, Daniela Barcellona e Elena Gabouri (Amneris); nella rievocazione cantano Fiorenza Cedolins e Amarilli Nizza (Aida), Marco Berti e Stuart Neill (Radames), Violeta Urmana ed Ekaterina Gubanova (Amneris).
Si prosegue con la trilogia popolare. Il Nabucco con la regia di Gianfranco De Bosio diretto da Julian Kovatchev debutta il 15 giugno per 13 repliche fino al 5 settembre (Domingo interpreta il ruolo del titolo nelle recite del 4 luglio e del 18 agosto, alternandosi ad Ambrogio Maestri, Ivan Inverardi, Marco Vratogna e Leonardo Lopez Linares). La Traviata delle cornici di Hugo De Ana diretta da Andrea Battistoni debutta il 22 giugno per 9 recite fino all'8 agosto: nel cast Lana Kos, Maria Agresta ed Elena Mosuc (Violetta), John Osborn, Francesco Meli e Matthew Polenzani (Alfredo), Roberto Frontali, Arthur Rucinsky, Leo Nucci e Fabio Capitanucci (Giorgio Germont). Il Trovatore di Zeffirelli diretto da Giuliano Carella debutta il 6 luglio per 5 recite nello stesso mese: nel cast Carlo Ventre e Stuart Neill (Manrico), Hui He e Leah Crocetto (Leonora), Dimitri Hvorostovky e Dalibor Jenis (Conte di Luna), Elena Gabouri (Azucena). Il Rigoletto di Ivo Guerra, diretto da Placido Domingo (16 e 23 agosto) e Riccardo Frizza, debutta il 9 agosto per 6 recite fino al 6 settembre: protagonisti Leo Nucci e Ivan Inverardi (Rigoletto), Olga Peretiatko, Nino Machaidze e Sonia Yoncheva (Gilda), Saimir Pirgu e Gianluca Terranova (Duca di Mantova).
Quindi una serie di serate: la Messa da Requiem di Verdi (13 luglio) diretta da Myung-Whun Chung (orchestra e coro dell'Arena di Verona, orchestra e coro del teatro La Fenice di Venezia, Hui He, Vittorio Grigolo, Daniela Barcellona e Ildar Abdrazakov), il Gala Verdi il 17 luglio (tre direttori per tre parti: primo atto di Traviata diretto da Andrea Battistoni con Maria Agresta e Francesco Meli, secondo atto di Rigoletto con Leo Nucci, Vittorio Grigolo e Nino Machaidze, quarto atto di Trovatore con Daniela Barcellona e Dimitri Hvorostovsky), il Gala Domingo-Harding (15 agosto) con musiche di Verdi e Wagner, il Gala Domingo (20 agosto) con i vincitori del concorso Operalia nel ventennale della sua istituzione.
A chiudere quello che ormai sta diventando un classico areniano, Roméo et Juliette di Gounod (regia Francesco Micheli, direttore Marco Letonja) in scena il 31 luglio e il 4/7 settembre con Francesco Demuro e Marina Rebeka.
Prezzi aumentati per tre date (14 giugno, 15 e 20 agosto), immutati per il resto.
Nella conferenza stampa Placido Domingo ha ricordato il suo debutto in Arena nel 1969 in Turandot e Don Carlos, mentre il direttore artistico Paolo Gavazzeni ha espresso l'intenzione di soddisfare il pubblico e, al tempo stesso, di cercare nuovo pubblico, sperimentando nuovi linguaggi senza dimenticare il passato, anzi essere custodi della tradizione sapendo però raccogliere nuove sfide. Il sindaco di Verona e presidente della Fondazione ha sottolineato come le serate passano a 58, un record: in tempi di crisi bisogna aumentare l'offerta culturale.
Il logo simbolo dei festeggiamenti è stato scelto con un concorso sul web e l'idea scelta è di Alfredo De Simone e si intitola “Segno continuo”.